Relazione del Presidente della Giuria

 

Cari ragazzi, autorità, signore e signori, 

ogni anno, nell’imminenza della consegna dei Premi Brunacci – Monselice, sono preso dalla preoccupazione per il carattere un po’ rituale che hanno questi nostri incontri (il concerto, il saluto delle autorità, la mia relazione, la lettura delle motivazioni dei Premi, la consegna, etc.), ma ogni anno la preoccupazione mi passa subito appena entro in questa grande e bella chiesa e colgo l’aria che vi si respira, l’animazione, l’attesa per la proclamazione dei vincitori. 

Ogni anno, poi, non ci sono solo singole opere nuove da premiare e con esse giovani o già sperimentati studiosi ai quali rendere un pubblico riconoscimento per i meriti acquisiti con il loro lavoro e le loro ricerche. L’insieme delle opere partecipanti suggerisce ogni volta, anno per anno, riflessioni nuove sullo stato della ricerca storica in senso ampio, sul mondo della scuola e dell’università, sugli orientamenti generali della cultura, sui problemi dell’insegnamento. Da questo punto di vista i Premi Brunacci sono un osservatorio prezioso. 

Quest’anno sono state presentate 38 opere: 4 per la sezione relativa alla scuola dell’obbligo; 9 per il premio speciale “Alla scoperta del santo patrono”; 4 per le tesi di laurea; 21 per la sezione dedicata alle pubblicazioni padovane e venete. E, nei confronti degli altri anni, ecco la prima novità: mentre in passato per i lavori presentati dagli alunni della scuola dell’obbligo si notava un buon livello medio, in questa occasione (sulla stessa sezione e per il premio speciale), accanto a ricerche di ottimo livello sono apparsi anche elaborati di qualità modesta. Alcuni testi, poi, sono frutto della ricerca di un solo studente: non sappiamo se si tratti di un fenomeno occasionale o di una nuova tendenza che si affaccia in questo tipo di attività nell’ambito dell’insegnamento nella scuola dell’obbligo. Una novità spiacevole viene poi dalle tesi di laurea. Per molti e molti anni sono state un fiore all’occhiello dei Brunacci e la Giuria più e più volte ha rilevato con piacere l’alto livello dei lavori presentati, prendendo  spunto da questo fatto per sottolineare la qualità della ricerca universitaria italiana nel settore umanistico che, pure tra molte difficoltà, si mantiene a livelli ancora alti. Ora non è più così. Come già rilevato l’anno scorso, le “tesine” presentate al termine del ciclo triennale non hanno più, salvo rare eccezioni, carattere scientifico, né svolgono alcuna funzione ai fini della formazione di un giovane futuro studioso. 

Quest’anno nessun premio è stato attribuito alla sezione Tesi di laurea. A partire dal prossimo anno questa sezione sparirà e sarà sostituita da uno o due premi destinati a tesi di dottorato, le uniche che, al momento, sembrano poter ottenere il raggiungimento di livelli qualitativi pari a quelli delle tesi di laurea del vecchio ordinamento quadriennale.  

Con piacere la Giuria ha invece constatato l’eccellente qualità di molte opere presentate per la sezione destinata alle pubblicazioni padovane e venete: è una prova di una fiducia e di un consenso, che ci pare di poter cogliere anche da altri segnali attorno ai Premi, che ci confortano e ci incoraggiano a proseguire sulla strada della serietà che abbiamo sempre percorso. Proprio in nome di questa serietà e correttezza, pur apprezzandone il valore, la Giuria ha ritenuto di non prendere in considerazione ai fini del Premio riguardante la storia del Padovano e del Premio “Sigillo Monsilicis”, le opere di Enzo Croatto, Vocabolario del dialetto ladino-veneto della Valle di Zoldo (Belluno), Vicenza, Angelo Colla Editore, 2004; Loredana Olivato e Enrico Maria Dal Pozzolo, Montagnana: storia e incanto, Vicenza, Terra Ferma, 2006; Francesco Selmin (a cura di), I Colli Euganei, Sommacampagna, Cierre Edizioni, 2005. 

In tutte queste opere infatti, sono coinvolti, come autori o presentatori, alcuni membri e il Presidente stesso della Giuria. 

Nell’attribuire i premi per la storia del Padovano e per la civiltà veneta, la Giuria rileva con compiacimento l’impegno manifestato dagli autori sia sul piano della più rigorosa ricerca sia su quello della comunicazione affidata ad una scrittura in grado di coinvolgere anche un pubblico di non addetti ai lavori. E accanto ai libri premiati (ex equo quello per la civiltà veneta) ha il piacere di segnalare anche il volume di Nello Bertoletti, Testi veronesi dell’età scaligera: edizione, commento linguistico e glossario, Padova, Esedra, 2005.

Se il nostro lavoro si è potuto svolgere, come sempre, in assoluta serenità, e se i Brunacci continuano ad essere un punto di riferimento per la cultura veneta lo dobbiamo all’Amministrazione comunale di Monselice. Ringrazio in particolare l’Assessore Belluco, l’infaticabile Flaviano Rossetto e tutti i monselicensi che ci seguono con interesse. 

Premio “SIGILLUM MONSILICIS” destinato a uno studioso della storia e della cultura veneta

Giuseppe GULLINO

La saga dei Foscari. Storia di un enigma.

Cierre 2005.

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Premio libro padovano

Elda MARTELLOZZO FORIN

La bottega dei fratelli Mazzoleni,

orologiai in Padova (1569).

Il Prato, 2005.

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Altre opere vincitrici

Donatella BARTOLINI

Medici e comunità.

Deputazione editrice 2006.

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