Il viaggio spaziale fra ignoto e materia

Citazione (p. 84-85)

“Noi partiamo per lo spazio preparati a tutto, cioè pronti al sacrificio, alla solitudine, alla lotta, alla morte. Per modestia, non lo diciamo ad alta voce, ma lo pensiamo dentro di noi di tanto in tanto; pensiamo di essere eccezionali. Intanto, però, non è tutto, il nostro zelo si rivela una posa. Non abbiamo nessuna voglia di conquistare il cosmo, noi vogliamo soltanto allargare fino ai suoi ultimi confini le frontiere della Terra. Certi pianeti devono essere deserti come il Sahara, altri freddi e ghiacciati come il Polo o tropicali come la giungla del Brasile. Siamo umanitari e nobili, non abbiamo intenzione di conquistare altre razze , vogliamo solo trasmettere i nostri valori e in cambio impadronirci del loro patrimonio. Ci crediamo cavalieri dell’ordine del Santo Contatto. Questa è una bugia. Noi cerchiamo solo l’uomo. Non abbiamo bisogno di altri mondi, abbiamo bisogno di specchi. Non sappiamo che cosa farcene di altri mondi. Uno ci basta, quello in cui sguazziamo. Vogliamo trovare il ritratto idealizzato del nostro mondo! Cerchiamo dei pianeti con una civiltà migliore della nostra… ma che sia l’immagine evoluta di quel prototipo che è il nostro passato primordiale. Dall’altro lato, c’è in noi qualcosa che non accettiamo, contro cui lottiamo; ma che comunque resta, perché dalla Terra non abbiamo portato un distillato di virtù o una statua alata dell’uomo! Siamo arrivati qua così come siamo realmente, e quando l’altra faccia, cioè la parte che manteniamo segreta, si mostra com’è veramente… non riusciamo ad andarci d’accordo!” 

Intro 

Bentornati su “La Strada di Mattoni Gialli”,il podcast che accende la miccia della curiosità e trasforma ogni pagina in un’avventura. Se pensate che leggere sia un’attività solitaria, vi sbagliate di grosso: qui siamo una squadra di esploratori, pronti a saltare tra le pagine e a condividere con voi scoperte, pensieri e… qualche sana divergenza di opinioni. Preparatevi a un viaggio che non dimenticherete e dura solo il tempo di un caffé! 

Introduzione a Solaris

Oggi ci addentriamo in un classico della fantascienza filosofica: “Solaris” di Stanislaw Lem. Preparatevi, perché tra oceani pensanti, fantasmi del passato e un bel po’ di filosofia, ne abbiamo di cose da dire!
“Solaris” è uno di quei libri che ti fanno dire: “Oh, che bella la fantascienza, finalmente un po’ di azione nello spazio!” e poi BAM!, ti ritrovi bloccato in una biblioteca spaziale a chiederti se l’universo ha un senso o se è solo un grande scherzo cosmico. E non scherzo, qualcuno di noi ha avuto una crisi esistenziale a metà libro. Capita.

Un libro che divide

Partiamo da un dato di fatto: questo libro divide. Come il karaoke: o lo ami o te ne vai urlando “Mai più!”. Alcuni del gruppo non sono riusciti nemmeno a finirlo, troppo soffocante, troppo claustrofobico. E ragazzi, li capisco. Lem non ti mette comodo, non ti offre un po’ di respiro.
E poi c’è chi lo ha letto tutto ma lo ha trovato… beh, diciamo “un po’ soporifero”. Pare che le sedute di Kelvin in biblioteca abbiano causato più di uno sbadiglio. E io lo capisco, perché non c’è niente di più alienante che leggere di uno che legge. Ma forse era proprio questo il punto: farti sentire la stessa alienazione che prova Kelvin, intrappolato in un mondo dove niente è come sembra. Bravo Lem, missione compiuta.

La vera essenza di Solaris

Ora, cari amanti della fantascienza, lo so che molti di voi si aspettavano astronavi, laser e alieni cattivoni. E invece no. Solaris non è un libro di fantascienza, o almeno non solo. È un libro che ti fa domande. E lo fa in modo brutale, senza pietà.
Per esempio: l’oceano pensante è un dio? Un dio primitivo, magari, come un bambino che gioca con il pongo senza sapere che sta creando qualcosa. E quei “fantasmi”, quelle entità che l’oceano tira fuori dai ricordi più dolorosi dei protagonisti? Sono solo copie? No, prendono coscienza, evolvono. Come Harey, che si emancipa dalla memoria della Harey originale e diventa qualcosa di diverso. Una persona, forse. E qui la domanda scottante: se sono reali, se provano emozioni, hanno diritto a esistere? Etica spicciola, insomma.

I personaggi di Solaris

Nel nostro gruppo di lettura c’è stata anche una riflessione molto interessante su Kelvin, Sartorius e Snaut. Tre personaggi che, in qualche modo, rappresentano tre aspetti dell’umanità: Kelvin è l’umanità stessa, con tutte le sue contraddizioni; Sartorius è la razionalità spinta all’estremo, quella che non vuole accettare nulla che non possa spiegare; e Snaut… beh, Snaut è la coscienza. Quella voce che ti dice che non tutto può essere ridotto a formule e dati. Insomma, un bel terzetto. Potevano essere i protagonisti di una sit-com, invece Lem li ha messi su un pianeta alieno a farsi distruggere dai loro traumi.

Un’anticipazione scientifica

Ah, Simona, nel nostro gruppo, ha aggiunto una chicca storica: negli anni ’60, l’idea di un pianeta che orbita intorno a due soli era pura fantascienza. Un’idea visionaria che ha anticipato di decenni scoperte scientifiche e, ovviamente, Star Wars. Già, Tatooine, hai un debito con Stanislaw Lem. E questa è un’altra cosa che mi piace di questo libro: ti mostra come la scienza possa essere visionaria, ma anche limitata. Lem ci ricorda che, per quanto possiamo scoprire, ci sarà sempre qualcosa che non capiamo. E forse va bene così.

Conclusione: Consiglio Solaris?

Quindi, alla fine, consiglio Solaris? Sì, ma con una postilla: devi essere pronto. Pronto a entrare in un mondo che non ti coccola, che ti fa domande difficili e che non sempre ti dà risposte. Se cerchi azione e intrighi, forse non è il libro per te. Ma se vuoi un libro che ti scuota, che ti faccia riflettere e che, alla fine, ti lasci con più domande che risposte, allora buttati. L’oceano pensante ti aspetta.
E ora passo la palla a voi: l’avete letto? Vi è piaciuto? Vi ha fatto venire voglia di rileggere il manuale di istruzioni del microonde pur di distrarvi? Fatemi sapere! Ci sentiamo alla prossima puntata di “La Strada di Mattoni Gialli”. Ciao!

Outro

E anche questa volta abbiamo raggiunto la fine del sentiero, ma non preoccupatevi: ci sono sempre nuovi libri da scoprire lungo la Strada di Mattoni Gialli! Se questo episodio vi ha fatto venire voglia di correre in biblioteca (o di riaprire quel libro che aspettava paziente sul comodino), condividetelo con altri sognatori come voi. E se volete restare aggiornati su tutte le nostre avventure letterarie, seguiteci sui social: tra un post e l’altro, vi aspettano curiosità, consigli e qualche spoiler innocente. Grazie per essere stati con noi, e ricordate: ogni libro è un viaggio, e ogni viaggio è meglio se fatto insieme. Alla prossima puntata!

Ringraziamo Franco per aver prestato la sua voce per questo episodio.