Un thriller psicologico che non ti molla
Citazione (p. 9)
«Ti ho fatto male?».
«No».
«Ce l’hai con me?”.
«No»,
Era vero. In quel momento tutto era vero, perché viveva ogni cosa cosi come veniva, senza chiedersi niente, senza cercare di capire, senza neppure sospettare che un giorno ci sarebbe stato qualcosa da capire. E non solo tutto era vero, ma era anche reale: lui, la camera, Andrée ancora distesa sul letto sfatto, nuda, con le gambe divaricate e la macchia scura del sesso da cui colava un filo di sperma.
Era felice? Se glielo avessero chiesto, avrebbe risposto di sì senza esitare. Non gli passava neanche per la testa di avercela con Andrée perché gli aveva morso il labbro. Faceva parte dell’insieme, come tutto il resto.
In piedi, anche lui nudo, davanti allo specchio sul lavandino, si tamponava la bocca con un asciugamano imbevuto d’acqua fredda.
Intro
Bentornati su “La Strada di Mattoni Gialli”,il podcast che accende la miccia della curiosità e trasforma ogni pagina in un’avventura. Se pensate che leggere sia un’attività solitaria, vi sbagliate di grosso: qui siamo una squadra di esploratori, pronti a saltare tra le pagine e a condividere con voi scoperte, pensieri e… qualche sana divergenza di opinioni. Preparatevi a un viaggio che non dimenticherete e dura solo il tempo di un caffé!
Introduzione
Oggi parliamo di La camera azzurra di Georges Simenon, e vi avverto: questo romanzo è come una granita al limone—ti stuzzica, è dolce al punto giusto, ma ha un retrogusto che pizzica e resta con te per giorni.
Georges Simenon: Il re degli intrecci umani
Georges Simenon, amici miei, non è solo l’uomo dietro il commissario Maigret. No, lui è il re degli intrecci umani. Uno che, con oltre 500 romanzi scritti, ti fa sentire un po’ pigro solo a pensarci. E La camera azzurra è un piccolo gioiello fuori dalla sua saga più famosa. È costruito come una tragedia greca, dove il protagonista—ehi, non fate quella faccia, non è uno spoiler—finisce inevitabilmente per cadere. Ma come e perché succede? Beh, dovrete leggerlo per scoprirlo.
La scena iniziale: Un colpo di fulmine
Il romanzo si apre con una scena potente, quella che avete ascoltato all’inizio: una stanza, un uomo e una donna, e una passione che ti arriva come un treno in corsa. E qui viene il bello: abbiamo notato che nei libri di Simenon, la prima pagina ha tutto. È come uno di quei trailer di film fatti bene, che ti catturano senza rivelarti troppo. Se siete tra quelli che leggono sempre le prime righe prima di comprare un libro, sappiate che con La camera azzurra sarete fregati: ve lo porterete a casa senza pensarci due volte.
I flashback e l’intreccio psicologico
E poi ci sono i flashback. Ragazzi, che dire? Simenon li usa con la maestria di un grande chef che sa quando aggiungere un pizzico di sale. Ti portano avanti e indietro nel tempo senza mai confonderti, ma tenendoti sempre sul filo del rasoio. È un po’ come stare su una giostra: sai che tornerai al punto di partenza, ma nel frattempo ti godi i giri, con quel mix di ansia e adrenalina.
Un intreccio che non è solo trama
Una delle cose che abbiamo notato durante il nostro incontro è che La camera azzurra non è una storia che ti prende solo per la trama. Certo, c’è un mistero, ci sono segreti, ma quello che spicca è l’intreccio. Simenon ti fa entrare nella mente dei personaggi, ti fa vivere i loro tormenti, i loro errori, le loro scelte. È come guardare una tragedia in slow motion: vuoi distogliere lo sguardo, ma non puoi.
Il finale: Un sasso nello stagno
E parliamo del finale. Niente spoiler, lo giuro. Vi dirò solo che è uno di quei finali che non ti lasciano subito. Non è il classico colpo di scena che ti fa saltare sulla sedia; è più come un sasso nello stagno. Le onde arrivano dopo, nei giorni successivi. È il tipo di libro che vi ritroverete a ripensare mentre lavate i piatti o aspettate l’autobus.
Un finale aperto che lascia il segno
E sapete una cosa interessante? Questo finale aperto ha generato un bel dibattito. Ci siamo chiesti: “Ma era davvero aperto, o eravamo noi a non voler accettare il modo in cui si chiude?” Perché Simenon ti fa questo scherzo: ti dà una conclusione, ma lascia uno spiraglio per le tue interpretazioni, come se volesse dirti “E ora tocca a te completare la storia.” Geniale, vero?
Un primo Simenon che lascia il segno
Sapete una cosa? Molti di noi, leggendo La camera azzurra, hanno detto: “Ok, questo è il mio primo Simenon, ma di sicuro non sarà l’ultimo.” E io non posso che essere d’accordo. La sua capacità di tessere storie che parlano delle debolezze umane, delle passioni, dei rimpianti… è come un invito a cena che non puoi rifiutare.
La sfida finale
Però, prima di concludere, voglio lanciarvi una sfida. Leggete la prima pagina di La camera azzurra. Solo quella. E poi scrivetemi, ditemi se non siete rimasti agganciati. Lo so, è un tranello. Ma credetemi, è il tipo di tranello che vi farà felici.
Ah, e quasi dimenticavo: se amate i libri che non solo raccontano una storia ma ti fanno riflettere su te stesso e sul mondo, allora siete nel posto giusto. La camera azzurra è come uno specchio: quello che vedi dipende anche da chi sei.
Conclusione
E anche per oggi è tutto. Grazie per aver camminato con me lungo questa strada di mattoni gialli. Vi aspetto alla prossima puntata, e ricordate: ogni libro è un viaggio, ma sta a voi decidere se partire o restare. Alla prossima, lettori!
Outro
E anche questa volta abbiamo raggiunto la fine del sentiero, ma non preoccupatevi: ci sono sempre nuovi libri da scoprire lungo la Strada di Mattoni Gialli! Se questo episodio vi ha fatto venire voglia di correre in biblioteca (o di riaprire quel libro che aspettava paziente sul comodino), condividetelo con altri sognatori come voi. E se volete restare aggiornati su tutte le nostre avventure letterarie, seguiteci sui social: tra un post e l’altro, vi aspettano curiosità, consigli e qualche spoiler innocente. Grazie per essere stati con noi, e ricordate: ogni libro è un viaggio, e ogni viaggio è meglio se fatto insieme. Alla prossima puntata!
Ringraziamo Noemi per aver prestato la sua voce per questo episodio.
